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Euronext sia mercato unico

Di Stefano Galli
MILANO FINANZA – 28.06.2023

Gli investitori istituzionali devono valorizzare le PM, ma in Italia ce ne sono pochi.
Testa (Borsa Italiana) illustra il ruolo di Euronext come promotore di una piattaforma finanziaria integrata a livello europeo. E si dice soddisfatto dal ddl Capitali. Il listino Egm? È un successo.


Lavorare per l’unificazione dei mercati dei capitali: è quello che serve all’Europa e all’Italia secondo Fabrizio Testa, ceo di Borsa Italiana. In questo processo gli operatori sono più avanti del legislatore e tra di loro nessuno sta facendo più di Euronext: «Siamo al centro del progetto di Capital Market Union», ha affermato durante l’evento MilanoEuropa Capitali di Class Editori. Il gruppo paneuropeo comprende sette exchange che «fanno parte della stessa infrastruttura e portano avanti i temi dell’armonizzazione delle norme».

Testa ha affrontato i temi finanziari correnti: è favorevole al ddl capitali che «è positivo e va ad agire sui punti sollevati dal libro verde e da altri report». Occorre prendere atto delle preferenze degli imprenditori sul voto maggiorato, in auge dopo il caso Brembo. Sui delisting il manager ha osservato l’asimmetria delle aziende di grandi dimensioni che se ne vanno rispetto a quelle di piccolo calibro che si quotano. Ha ricordato però il successo del Egm, il segmento delle pmi.

Sempre durante l’evento Giulio Centemero, membro della commissione Finanze, ha evidenziato l’importanza dei mercati «che vanno visti in ottica strategica» e «il cui funzionamento andrebbe insegnato nelle scuole» dato che il tema è culturale. Gianfranco Torriero, vice direttore generale dell’Abi, ha invece posto il problema della mancanza di investitori istituzionali che «hanno bisogno di certezze per investire».

Un tema è anche quello della mancanza di asset manager italiani che valorizzino le pmi, come ha ricordato Andrea Vismara, ceo di Equita, con «gli investitori istituzionali stranieri che rappresentano il 90% del totale in Italia». La soluzione è «far crescere gli asset manager italiani sia come dimensioni sia come numero», secondo Flavio Valeri, presidente di Lazard Italia. Franco Gaudenti, presidente di EnVent Capital Markets, ha invece riformulato la questione in termini di capitale umano: «Mancano intermediari e investitori professionali, questo si riflette nel numero di aziende che si quotano». Anche Alfonsino Mei, presidente di Fondazione Enasarco, è di questo avviso, ma preferisce che il sistema previdenziale sia prudente: «Dobbiamo essere più tutelati perché investiamo le pensioni future».
Marco Ventoruzzo, presidente Assosim, si è concentrato sul realismo del voto maggiorato: «in un mondo ideale one share one vote», mentre Silvia Viviano, global head of equity capital markets di UniCredit, ha ricordato il ruolo del listing agent che «garantisce la copertura mediante la ricerca nei due anni successivi all’ipo».