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Il destino è italo-tedesco

Recensione del libro Italia e Germania: l’intesa necessaria per l’Europa di Sabino Cassese

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Solidi legami economici ma anche radicate incomprensioni che vanno superate.

L’Italia esporta in Germania per un valore di circa sessanta miliardi di euro, mentre la Germania esporta in Italia per circa settanta miliardi. L’interscambio tra Italia e Germania è pari alla somma dell’interscambio dell’Italia con Francia e Spagna insieme e superiore a quello dell’Italia con Stati Uniti e Cina combinati. Duemila imprese italiane sono controllate da tedeschi, mentre sono di proprietà italiana 1.600 imprese tedesche, per 65 miliardi di fatturato.

Si è costituita una unità economica, che include Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Baden Württenberg, Baviera e Renania e si vale della disciplina uniforme europea, così come se ne valgono due grandi imprese italiane, Unicredit e Assicurazioni Generali per operare in Germania e Allianz e Deutsche Bank per le loro attività in Italia. Trieste come porto marittimo e Verona come scalo merci ferroviario sono importanti per la Germania quanto Amburgo.

Nonostante questa solida unione economica, Italia e Germania sono divise dalle reciproche percezioni collettive. Gli italiani sono considerati in Germania disorganizzati, spendaccioni, inaffidabili. I tedeschi sono considerati in Italia egoisti, violenti, prevaricatori.

Fin dall’unità, in Italia, vi è stato il timore di una germanizzazione. Le correnti anti-germaniche sono state rafforzate dalla Prima guerra mondiale. Governi italiani hanno manifestato contrarietà alla riunificazione della Germania nel 1989. Italiani e tedeschi sono uniti dall’Europa, ma divisi da un diverso europeismo e da diverse proiezioni geografiche, la Germania verso il Mar Baltico e l’Italia verso il Mediterraneo.

Italiani e tedeschi sono separati dalla riforma protestante; dall’atteggiamento verso l’ordine, il risparmio, l’improvvisazione; da un diverso concetto del dovere; da un diverso atteggiamento rispetto al passato; infine, da stili e metodi della politica: negli ultimi trent’anni, in Germania vi sono stati tre cancellieri, in Italia dodici presidenti del Consiglio dei ministri (e molti più governi).

Per indagare queste contraddizioni e indicare una via di uscita, un ingegnere-banchiere, un professore e un giornalista con grandi esperienze internazionali hanno unito le loro forze e hanno scritto un piccolo e denso libro, pieno di acute osservazioni – Federico Niglia, Beda Romano, Flavio Valeri, Italia e Germania. L’intesa necessaria (per l’Europa), Bollati Boringhieri – nel quale spiegano che ciò che unisce i due paesi supera di gran lunga ciò che li divide.

Scopo del libro è quello di caldeggiare relazioni più costruttive tra Italia e Germania, riscoprendo le comuni identità. Gli autori consigliano ad ambedue le nazioni di aumentare i luoghi del dialogo e agli italiani di interessarsi maggiormente al mondo tedesco, anche come occasione di apprendimento culturale.

È certamente singolare che due Paesi così vicini e legati nella realtà, siano dominati da percezioni così diverse, caratterizzate dal sospetto e dall’atteggiamento critico. La storia di Italia e Germania come Stati è una storia parallela. I due Paesi arrivano all’unificazione tardi, a dieci anni di distanza, nella seconda metà dell’Ottocento. Ambedue i Paesi vengono unificati in virtà della forza trainante di uno degli Stati preunitari, il Piemonte in Italia e la Prussia in Germania. Ambedue i paesi nella prima metà del Novecento passano attraverso l’esperienza di un governo autoritario.

Ambedue i paesi adottano, a poco più di un anno di distanza, una Costituzione che ha al suo centro un sistema parlamentare. E i parallelismi e i legami continuano dopo la fine del secondo conflitto mondiale.

Quando cercarono di porre riparo ai guai delle guerre prodotte dai tedeschi, il francese Rober Schuman, il tedesco Konrad Adenauer e l’italiano Alcide De Gasperi, alla ricerca di un modello per l’Unione Europea, negoziarono usando la lingua tedesca. Come osservato da un noto economista, nel cuore dell’Europa c’è ormai una zona che comincia a Bologna e continua a Milano, Monaco e Stoccarda che presenta caratteristiche economiche e sociali omogenee.

Infine, ritornando al passato, ricordo che, per rappresentare l’amicizia tra i due Paesi, nel terzo decennio dellOttocento, il pittore tedesco, del gruppo dei Nazareni, Friedrich Overbeck raffigurò due donne che si tengono per mano in atteggiamento mesto e affettuoso, avendo sullo sfondo un paesaggio a metà italiano, a metà tedesco (il quadro si può ammirare alla Neue Pinakothek di Monaco: ne esistono altre versioni, una delle quali conservata a Dresda).

Quel dipinto avrebbe potuto figurare sulla copertina di questo libro, a simboleggiare che Italia e Germania sono molto più vicine e legate di quel che si creda.

© Corriere della Sera 2021